Lincos: un linguaggio per dire “buongiorno” a ET

il messaggio inviato nello spazio dal Arecibo Observatory nel 1974
il messaggio inviato nello spazio dal Arecibo Observatory nel 1974

 

Non è un problema da poco: quando  avverrà l’incontro  con una razza aliena con quale linguaggio  comunicheremo?

Se il cinema ha già sperimentato una possibile soluzione con  Incontri ravvicinati  del    terzo  tipo (Steven Spielberg – 1977), ed il più recente Arrival (regia di  Dennis Villeneuve), in passato vi sono  stati coloro    che hanno  pensato di  fornire una base linguistica per il dialogo  con civiltà extraterrestri.

All’inizio  vi  fu  la proposta  incendiaria dell’astronomo  austriaco Joseph Johann von Littrow che, nel 19° secolo, pensò che la cosa migliore fosse quella di  scavare enormi  trincee nel  deserto  del  Sahara riempendole di acqua e kerosene, quindi  di  dare fuoco  ad esse in modo  che ET potesse leggere i  messaggi  dall’alto.

Ben  più seria ( e decisamente meno inquinante) fu la scelta di  creare un vero  e proprio  linguaggio, basato  su  formule algebriche,  da parte del  matematico  tedesco  Hans Freudenthal.

Il linguaggio  ideato venne   chiamato Lincos, descritto  dallo  stesso  autore nel  libro Lincos: Design of a Language for Cosmic Intercourse, Part 1 (La seconda parte non venne mai  scritta per la morte di Hans Freudenthal  avvenuta nel 1990).

Per quanto  la comunità scientifica abbia in maggior parte accolto  favorevolmente il progetto  del matematico  tedesco, specie tra quelli  appartenenti  al  progetto SETI, Lincos non è  mai  stato utilizzato per inviare messaggi nello  spazio.

Una critica che è stata fatta a suo  tempo  da altri  esponenti  del mondo  scientifico e che, in estrema sintesi, per comprendere un linguaggio  basato  sulla matematica terrestre sia necessario  che eventuali  alieni  debbano  condividere gli  stessi suoi  principi  basilari.

 



 

 

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