Il soffio dell’eolico

Impianti eolici a Passo Prale, Ormea (CN)

 

Ancora non è chiaro  se il piano  energetico  degli  Stati Uniti sarà, per volere dell’attuale presidente Donald Trump, un ritorno  al passato che prevede, tra l’altro,  un rilancio  dell’industria del  carbone.

In Europa, forse perché più sensibili  ai temi  ambientali  rispetto  al pensiero del presidente americano, si portano  avanti politiche riguardanti  le energie rinnovabili, soprattutto nell’eolico.

Tanto  che, nell’anno 2016, la capacità produttiva dell’eolico in Europa ha superato quello delle fonti tradizionali soprattutto quello  delle centrali a carbone, rimanendo  seconda rispetto a quella prodotta dagli impianti  a gas.

Resta che il potenziale dell’eolico  non viene sfruttato  a fondo  anche perché gli impianti eolici, per loro  natura ad intermittenza, hanno un rendimento inferiore rispetto  alle centrali con fonti  tradizionali.

WindEurope, l’associazione europea degli operatori  dell’eolico (Ewea fino  ad aprile 2016) lamenta il fatto  che in Europa non vi  sia una politica comune per le rinnovabili, ed inoltre solo sette Paesi dei  ventotto UE sono  così lungimiranti  da predisporre piani energetici  oltre il 2020.  

Capacità produttiva eolico in Europa per l’anno 2016 (fonte WindEurope) – PdF 

 

L’energia eolica nel 2030 (fonte WindEurope) – PdF

 

L’Italia che, nell’anno 2015  si è posizionata al 9° posto  nel mondo nella classifica per la produzione energetica da eolico, per l’anno 2016 è scesa di un gradino  nella graduatoria stilata dalla Global Wind Energy Council (GWEC) l’associazione che rappresenta i  produttori  eolici  a livello  mondiale.

 

 

 

 

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