Sfere di fuoco: tra leggenda e realtà scientifica

 

Era il 1954 quando  nella collana di  fantascienza Urania uscì il racconto  Sfere di  Fuoco di  Erik  van Lhin (pseudonimo  del  prolifico  autore americano Lester del  Rey, a sua volta pseudonimo di Ramon Felipe San Juan Mario Silvio Enrico Smith Heathcourt-Brace Sierra y Alvarez-Del Rey y De Los Huerdes…..si può ben comprendere il perché dell’utilizzo  di uno  pseudonimo al  posto  del nome vero).

In questo  romanza, ambientato su  Mercurio  dove colonie terrestri  devono  fare i conti con le tempeste magnetiche del  Sole, la sfera di  fuoco protagonista è un’entità provvista di intelligenza propria.

Dalla fantascienza alla realtà: non dissimile dal  mistero  dei racconti di  science-fiction è ciò che avviene ogni  anni  sul fiume Mekong ad ottobre: misteriose sfere di  fuoco, chiamate dalla popolazione locale bung fay paya nak, si  elevano  dalla sua superficie verso il cielo  notturno, per poi  scomparire alla vista.

Per gli  abitanti  del posto questa è un’emanazione di un leggendario popolo di uomini-serpenti: i naga.

Nella categoria delle sfere di  fuoco,  vanno comprese i fulmini  globulari ed i fuochi  fatui ed altri  fenomeni  simili che appaiono  in determinate circostanze delle quali  la scienza ufficiale da le seguenti  ragioni:

Alcune palle di fuoco sembrano essere il prodotto di organismi viventi. Il decadimento della materia organica, ad esempio, nelle paludi e in altre zone umide  porta al rilascio di gas contenenti metano e fosforo, come la fosfina, che possono incendiarsi spontaneamente dopo aver incontrato ossigeno nell’ atmosfera, producendo una luce tremolante sospesa a mezz’ aria. Alcuni, d’ altra parte, sono di origine elettrica che può essere anche   una scintilla all’ interno del terreno durante un terremoto: in questo  caso  le rocce sollecitate rilasciano un flusso di elettroni in superficie dove, interagendo con l’ aria, producono lampi di luce.

Un po’  diverso  è  quando  si parla dei  fulmini  globulari che avvengono  nell’atmosfera indipendentemente da esserci, o meno, un temporale in corso.

La loro  forma è pressoché sferica e di diametro variabile, il loro  movimento è rapido  e casuale oppure, al  contrario, rimangono stazionarie in cielo.

Rappresentazione di un fulmine globulare in una illustrazione del XX secolo

La cronaca parla anche di  casi in cui il fulmine globulare, entrato  in  una stanza, ha ucciso lo sventurato occupante, oppure di  fulmini globulari  passeggiare lungo  la corsia di un aereo in volo (il riferimento  è ciò che l’astronomo Roger Jennison riferì nel 1963 dopo  un volo  notturno).

La risposta al quesito  di cosa siano in effetti i  fulmini globulari è varia (in alcuni  casi  bizzarra): micro  buchi neri, particelle calde di  silicio, una reazione nucleare in miniatura? Ma anche una reazione allucinatoria dovuta ad una crisi  epilettica (in questo caso, però, essendo più soggetti  coinvolti nell’osservazione, si  dovrebbe parlare di un’improbabile epidemia di epilessia).

Lo scienziato  cinese H.C. Wu, dell’Università di  Zhejiang, prendendo  spunto dall’ipotesi che le sfere potrebbe essere formate da radiazioni  a microonde, ipotizza che:

Le microonde nascono da un gruppo di elettroni accelerati ad una  velocità che si avvicina a quella   della luce. Questo  avviene  quando la Terra è colpita da un fulmine.

 

 

In particolare, gli elettroni sono accelerati dal forte campo elettrico creato come quando  un canale di elettroni si muove gradualmente dalla base di una nuvola verso il suolo, appena prima del flash luminoso  e cioè il fulmine.

 

 

Nella parte del    fulmine che raggiunge il suolo, prosegue Wu,  si può produrre un gruppo di elettroni relativistici, che a loro volta emettono  intense radiazioni a microonde “.
Indipendentemente dalla fonte, le microonde atmosferiche producono plasma caricando l’ aria circostante.

 

 

La radiazione esercita una pressione sufficiente a spingere il plasma verso l’ esterno in una bolla, che noi vediamo come un fulmine sferico. Le microonde intrappolate all’ interno continuano a generare plasma e quindi a mantenere in vita  la bolla per la sua breve durata. Il fulmine, alla fine,  sbiadisce  appena  la radiazione, trattenuta all’ interno della bolla, viene dissipata. In caso contrario la bolla si rompe causando un esplosione.

La presenza di microonde e plasma  come componenti  del  fulmine globulare ne spiega alcune sue proprietà come quella di  attraversare i  vetri  delle finestre, creare un rumore udibile all’orecchio  umano e generare ozono.

Questo, sempre secondo  la teoria dello scienziato  cinese,  spiegherebbe come un fulmine globulare può entrare anche nella cabina di un aereo: gli  elettroni  ne attraversano il guscio metallico  dopo  essere stati  accelerati dall’energia prodotta da un fulmine.

La scienza, comunque, continua ad indagare per avere ancora una risposta precisa alla formazione dei  fulmini  globulari (forse bisogna domandarlo  ai  naga)

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *