Una malattia vecchia di 6.000 anni: la schistosomiasi

Schistosoma mansoni al microscopio elettronico a scansione
Schistosoma mansoni al microscopio elettronico a scansione

La schistosomiasi è una malattia causata da  Platelminti (Vermi  Piatti) del genere Schistosoma: il passaggio  nell’uomo può anche avvenire attraverso ospiti  intermedi  quali   alcuni molluschi  gasteropodi  di  acqua dolce.

Il parassita penetra attraverso la pelle e l’individuo  adulto si annida nei reni, nell’intestino o altre parti  del  corpo,  causando febbre, dolori, vomito  e paralisi  delle gambe.

Nel 1910 Marc Armand Ruffer, inaugurando  un nuovo  ramo  della parassitologia e cioè la paleoparassitologia, trovò uova calcificate di S. haematobium negli apparati urinari  di due mummie egizie della XX dinastia (1188 a.C. – 1069 a.C.): questo “record” è stato  recentemente superato  dallo  scheletro di un bambino  in  una tomba di 6.200 anni  fa in Siria settentrionale.

Ed è appunto  in questo  scheletro che è stato  rilevato  la presenza di uova calcificate del parassita.

È da tener presente che fino  dall’Età del  Bronzo, l’agricoltura in Medio  Oriente in quella zona definita come  Mezzaluna Fertile (di  cui  fa parte anche la Siria), dipendeva in massima parte dall’irrigazione: quindi è plausibile un alta incidenza di  casi  di schistosomiasi  tra gli  antichi  agricoltori, e anche nel  resto  della popolazione.

Del  resto  ancora oggi nei Paesi in via di  sviluppo i metodi  adottati in agricoltura non sono  dissimili  da quelli di  secoli  fa nella Mezzaluna Fertile e la schistosomiasi  colpisce centinaia di migliaia di persone all’anno.

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