Tutankhamon: più sfortuna che paura

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Ammettiamo che nell’utilizzo di questa vignetta siamo  stati molto  irriverenti  nei  confronti  del  faraone Tutankhamon (14esimo secolo a.C.) : ma è solo  un modo  per sdrammatizzare quell’aurea di mistero e di terrore (mediata anche da tanta letteratura pseudoscientifica) intorno  a questa figura del passato.

D’altronde, la realtà della vita del  “faraone bambino” (morì all’età di diciannove anni), era tutt’altro  che quella di un individuo dotato di  fascino e fortuna.

Ad  asserirlo  è un recente documentario  della BBC che,  attraverso una ”autopsia virtuale” ossia per mezzo  di  diverse scansioni del  sarcofago e test genetici, rivela un corpo che doveva subire l’handicap di un piede deformato  rivolto  all’interno (con conseguente zoppia) e con fattezze femminili riscontrabili  nei  fianchi, nonché denti  sporgenti.

A questa non esaltante immagine, si somma l’indagine genetica (a cura di  Albert Zink, direttore dell’Istituto per le mummie e l’Iceman di  Bolzano) che adombra il mito  di  Tutankhamon: sarebbe stato il figlio  incestuoso  nato  dal  rapporto del padre Akhenaton (il “faraone eretico”) con una delle sue  sorelle.

L’incesto avrebbe avuto  come conseguenza le deformazioni e malattie ereditarie che avrebbero ucciso il faraone in età giovanile.

La scienza,  aspettando  altri e successivi  studi sul sarcofago, è cauta nel  dare un giudizio  finale alle analisi.

Noi, da parte nostra, preferiamo  ricordare il faraone Tutankhamon come figura enigmatica espressa dal  bel  volto in oro  del  suo  sarcofago (e che ci perdoni se abbiamo  scherzato  con  lui: la maledizione  di  Tutankhamon mette sempre un po’ di  paura).

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