Nel 2011 la rete televisiva israeliana Channel 2 riferì di una particolare scoperta avvenuta, in maniera fortuita, nella provincia afgana di Samangan: si trattava del ritrovamento in una grotta di migliaia di frammenti di manoscritti in lingua ebraica vecchi all’incirca di mille anni.
A questo corpus di documenti venne dato il nome di Afghan Geniza (Genizah indica in ebraico la parola ripostiglio).
Molti di questi frammenti vennero venduti al mercato clandestino dei trafficanti di reperti archeologici. Solo 29 di essi, nel 2013, vennero acquistati dalla National Library of Israel.
I frammenti rappresentano quello che erano documenti riguardanti atti legali e di compra vendita, ma anche frammenti di poesia persiana e lettere personali.
Tra di essi, quello che ha rivestito un maggior interesse storico, è un commento al Libro di Isaia scritto nel 10° secolo dal rabbino Saadiah ben Yoseph Gaon che fu anche il primo ebreo a scrivere in lingua araba.
Afghan Geniza servirà ad una maggiore comprensione della vita di una comunità ebrea pienamente integrata in una società mussulmana.