Alla fine del Permiano, 250 milioni di anni fa (vedi schema alla fine dell’articolo), si ebbe la più grande estinzione di massa che il nostro pianeta abbia mai conosciuto: il 90 per cento delle specie marine ed il 75 per cento di quelle terrestri si estinsero nel corso di circa 60.000 anni.
L’innesco di questa tragedia fu una sensazionale attività vulcanica continentale accertata dalle recenti ricerche dell’US Geological Survey (Menlo Park, California) in Siberia.
Dalle analisi effettuate sui cristalli presenti in antiche rocce vulcaniche di ventuno siti siberiani, gli scienziati sono arrivati alla conclusione che in quella regione che oggi è la Siberia si ebbe, a seguito delle eruzioni vulcaniche, un movimento magmatico pari a 7 milioni di chilometri quadrati con la produzione di enormi quantità di gas che riscaldarono globalmente l’atmosfera con conseguenti piogge acide.
Le eruzioni, sempre secondo lo studio americano, ebbero inizio trecentomila anni prima dell’estinzione di massa, proseguendo per altri cinquecentomila anni dopo di essa.
La chiave di questi risultati è dovuta al decennio di progressi fatti nell’analisi della datazione di antiche rocce attraverso la misurazione di uranio e piombo e nuove strumentazioni tecnologiche.