Il 19 novembre scorso, dalla base di Cape Canaveral in Florida, è stato lanciato un nuovo satellite meteorologico che, nell’intenzione dei progettisti, rivoluzionerà l’osservazione dei fenomeni meteorologici.
GOES-R è il nome di questo nuovo satellite, la sua tecnologia permetterà una risoluzione molto più elevata, attraverso la strumentazione denominata Advanced Baseline Imager, rispetto ai satelliti dello stesso genere, con l’invio delle scansioni ad una velocità più elevata in modo tale da prevedere in tempo l’evoluzione di una qualunque tempesta.
GOES-R è solo il primo di una serie di satelliti, gestiti dal NOAA, NASA e Dipartimento della Difesa americano, che andranno a sostituire quelli già in orbita considerati ormai obsoleti.
GOES-R inoltre è unito ad una rete internazionale di satelliti di quasi 200 nazioni con la condivisione libera dei dati tra gli enti nazionali e la US National Weather Service.
Il concetto della condivisione dei dati non è appannaggio dell’epoca attuale in quanto, già dalla fine del 1800, ben 191 governi aderirono alla World Meteorological Organization (WMO), agenzia delle Nazioni Unite.
In seguito, in piena era spaziale, gli Stati Uniti, insieme alla Russia, si fecero promotori presso gli altri membri del WMO per la creazione del programma World Weather Watch, sempre nell’ottica di una collaborazione ai fini di prevenire disastri ambientali.
Le nazioni partecipanti al WMO non condividono solo dati, ad esempio, nel 1993, quando il satellite che monitorava la costa orientale degli Stati Uniti aveva smesso la sua funzione, l’Europa spostò uno dei suoi satelliti per colmare la lacuna.
Questo satellite, l’anno precedente, aveva già aiutato gli scienziati americani a monitorare l’uragano Andrew che devastò la Florida.