Non siamo particolarmente amanti di tombe e sepolture ma, dopo aver scritto della scoperta ad Albenga dei resti della “strega –bambina”, ancora una volta la cronaca riporta la notizia di inusuali inumazioni.
Dunque, spostandosi dall’Italia verso il sud della Bulgaria e precisamente nei pressi della città di Perperikon, l’archeologo bulgaro Nikolai Ovcharov ha scavato in una tomba risalente al XIII secolo riportando alla luce i resti di uno scheletro con un palo di metallo conficcato nel petto.
È ovvio, a questo punto, pensare ad un rituale contro il “vampirismo”: lo stesso Ovcharov avalla tale ipotesi dicendo che non era inusuale questo tipo di sepoltura per tenere lontano dai vivi l’anima dei soggetti che, in vita, erano considerate malvagie per la società.
Ma, aggiunge l’archeologo, tale trattamento era riservato anche a coloro che si erano suicidati.
La tomba di Perperikon non è l’unica del suo genere: nel 2012 furono scoperte nella vicina città di Sozopol altri due scheletri impalati.
La BBC si occupò del caso con un documentario che assommava a più di cento tombe simili scoperte in altre nazioni balcaniche: questo ad avvalorare il fatto che nel folklore di quella regione sono molte le storie e leggende riguardanti i vampiri.
Per terminare ricordiamo che il termine upiyr (“vampiro” in russo, mentre in lingua bulgara è vepir) appare per la prima volta nelle fonti russe nel 1047 e che per i popoli slavi diventa “vampiro” chi nasce con i denti, oppure ha una macchia rossa sul corpo.
Il conte Vlad Tepes era in buona compagnia.
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