Chi ha paura del lupo che cattivo non è più?
Certamente, e a ragione, gli allevatori che si sentono minacciati dalla presenza del predatore.
Forse i cacciatori i quali, pensando alle loro possibili prede, vedono nel lupo un antagonista per la caccia: ma i lupi, in effetti, più che altro cacciano animali vecchi oppure malati e solo occasionalmente individui sani.
I cacciatori sono meno selettivi.
Per tutto il resto, avere paura del lupo oggi è anacronistico: è “lui” ad aver paura dell’essere umano che l’ha portato alla quasi estinzione.
Riprendendo l’argomento riguardante la predazione negli allevamenti, quando questi non sono causati da branchi di cani rinselvatichiti, si ricorre ai ripari offrendo un giusto indennizzo per l’allevatore che ha subito un danno dalla predazione e, nel contempo, offrendo la possibilità di dotarsi di appropriate difese, quali recinzioni elettrificate e cani da pastore (con adeguati corsi per gestire al meglio l’animale che avrà il compito di difendere i l gregge, e non azzannare innocenti escursionisti).
Non tutte le regioni interessate dal fenomeno del “ritorno del lupo” sono preparate ad affrontare al meglio la situazione, fornendo anche un adeguata informazione sul predatore necessaria per sgombrare il campo da equivoci e false credenze (qualcuno parla ancora li lupi “paracadutati” da incoscienti animalisti).
La Regione Marche, in occasione dell’Anno internazionale della Biodiversità, ha messo in atto una serie di iniziative tra le quali il progetto per una Rete Ecologica Regionale per individuare ecosistemi, habitat e specie: tra questi il lupo, fondamentale per l’equilibrio biologico essendo al vertice della catena alimentare.
Il risultato di questa ricerca è quella di acquisire nuove informazioni sul lupo necessarie per approntare in modo adeguato i problemi sulle attività antropiche (vedi box).
Il Parco Nazionale della Majella, insieme a quello del Pollino e Foreste Casentinesi ed ancora altri enti pubblici, insieme hanno dato vita al progetto Life Wolfnet finanziato dall’Unione Europea, nell’ambito del LIFE+ 2008, che ha come obiettivo principale la riduzione dei fattori di rischio per il lupo, lo sviluppo di modelli ideali per la sua protezione e gestione della specie nell’ambiente appenninico.