Pericolo dallo spazio profondo: l’evento di Chelyabinsk può ripetersi

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(“Risonanze” © 24Cinque)

Gli scienziati della Nasa hanno  deciso  di non farci  dormire sonni tranquilli.

Ed è ovvio che, parlando di un ente che si occupa di  ricerche spaziali, l’incubo che potrebbe disturbare i nostri sogni è un “Armaggedon” reale, non più finzione cinematografica, causato  dall’impatto  di un corpo celeste con il nostro pianeta.

Non necessariamente, e per fortuna, si parla di catastrofi come quella che ha portato all’estinzione dei dinosauri, tanto meno di quello  che potrebbe accadere fra diciannove anni  con 2013 tv135 (e di  cui  abbiamo  già parlato in un precedente articolo, ma di eventi analoghi   come quello verificatosi  in Russia a Chelyabinsk (Urali) il 15 febbraio di  quest’anno.

Ricordiamo che il meteoroide (di quindici  metri  di  diametro) causò il ferimento  di 1.600 persone, ferimenti non dovuti all’azione diretta dei  frammenti  del “sasso  cosmico” ma dall’onda d’urto  che ha mandato in frantumi i vetri  delle finestre delle abitazioni.

L’Accademia Russa delle Scienze ha stimato il peso di KEF-2013 (è questo il nome dato al meteoroide) in 10.000 tonnellate e che la sua esplosione è avvenuta ad un’altitudine compresa tra i 30 e 50 km dal suolo.

La cosa più grave è quella che nessun apparato di controllo ha individuato il pericolo incombente.

Ed è soprattutto questo il tema di due articoli apparsi su  Science e Nature in cui, sempre secondo  le stime del Near Objet Program della Nasa, il pericolo  di impatto con meteoroidi  è di 4 – 5 volte maggiore di  quello  stimato  fino  ad oggi ed è possibile accorgersi dell’evento  solo a conti  fatti (o quasi).

Per questo Lindley Johnson, direttore del Near Objet Program, ha proposto di mettere in atto piani di  evacuazioni  delle città come nel  caso di  quelli dovuti ad uragani.

 

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