Il veleno nel mondo animale (2° parte: le spugne)

Aplysina aerophoba.
Autore: Yoruno

 

Le spugne che normalmente utilizziamo  sotto la doccia sono  di origine sintetica, quindi progettate per essere utili per la nostra igiene e non certo portatrici  di  elementi  tossici.

Se, però, ci  spostiamo  nel mondo  naturale, quindi  in quello dei Porifera  – nome assegnato  a questo phylum animale dallo  zoologo  britannico Robert Edmond Grant nel 1836 – le spugne  possono  riservare alcune spiacevoli  sorprese.

Intanto il corpo  di un porifero (Grant nel  dare questo nome lo  ha fatto  derivare dal latino portatrici  di pori) è descrivibile, in maniera molto semplice, come un sacco  delimitato  da due strati  di  cellule: lo  strato  gastrale quello più interno, lo strato  dermale quello  esterno.

Tra essi è posta una massa gelatinosa, la mesoglea,  con incluse spicole calcaree o  silicee che hanno  la funzione di  sostegno  del  corpo  della spugna (nelle spugne naturali  da bagno troviamo, al posto  delle spicole, la spongina sostanza elastica di natura proteica).

Alcune specie di  spugne elaborano  sostanze velenose che rimangono  confinate nella mesoglea fintanto  che l’animale è  vivo.

alla morte della spugna, le spicole ricoperte dalla sostanza velenosa, si  disperdono in mare causando fastidiose dermatiti a coloro  che sfortunatamente ne vengono  a contatto.

È il caso della Suberites domuncula, comunemente  chiamata spugna del paguro perché spesso stabilisce un relazione simbiotica con i paguri, molto  comune nel Mediterraneo.

Mentre, per quanto  riguarda altre zone del  globo, la tossicità  del  veleno  delle spugne è tale da creare seri  danni alla pelle del malcapitato: è il caso per la Fibulia nolitangere diffusa nel  Mar dei  Caraibi,  e la Tedania toxicalis molto  frequente lungo  le coste della California.

Non sempre, però, le spugne sono  colpevoli della velenosità  a loro erroneamente attribuita:  in passato  si  pensava che il “morbo  di  Zervos”, una dermatite riscontrata tra i pescatori di  spugne  greci, fosse causata dalla spugna stessa.

In seguito  si  scoprì che il colpevole era un minuscolo  celenterato che viveva come parassita sul corpo  delle spugne.

 

 

 

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