È una Stonehenge mediorientale quella che si trova sulle alture del Golan: in lingua araba è chiamata Rujm el-Hiri, in ebraico Ghilgal Refaim (Ruota dei Giganti), nome che rimanda alla razza dei giganti menzionati nella Genesi.
La struttura, scoperta da archeologi israeliani nel 1967 poco dopo la fine della Guerra dei sei giorni, è formata da cinque circoli concentrici di pietre con al centro un tumulo. L’età di Ghilgal Refaim, stimata intorno ai 5.000 anni, è pressoché quella di Stonehenge, mentre le sue dimensioni sono minori avendo un diametro di poco meno di 160 metri e con pareti costruite da pietre che arrivano al massimo ai due metri e mezzo di altezza.
Per alcuni archeologi israeliani il tumulo centrale nascondeva una tomba che, in seguito, fu saccheggiata dai ladri attirati da chissà quale ricchezza. Per altri studiosi la costruzione si deve ad un gruppo di nomadi e solo in un secondo tempo, cioè duemila anni dopo, è stato costruito il tumulo al centro.
Non si esclude che il sito possa essere stato utilizzato anche come strumento calendariale per verificare alcuni eventi astronomici come il solstizio d’estate.
Ghilgal Refaim non è l’unico circolo di pietre scoperto in Medio Oriente: al meno una dozzina di medesime strutture sono presenti in Siria e Giordania.
Questo fa si che non si escluda un collegamento, anche di tipo religioso, fra i siti megalitici di quel particolare territorio.