E’ cronaca recente la decisione della Commissione europea che ha rinnovato per altri cinque anni il commercio degli erbicidi contenenti glifosato.
Il maggior produttore mondiale di erbicidi al glifosato è la Monsanto, con un giro d’affari di 5 miliardi di euro l’anno.
La Monsanto, a sua volta, è nelle mire di acquisizione da parte della multinazionale tedesca Bayer.
La Germania ha fatto pressing presso la Commissione europea affinché fosse approvata la proroga di cinque anni sull’utilizzo del glifosato.
Al contrario Italia, Francia, Belgio, Grecia, Croazia, Cipro, Lussemburgo, Malta ed Austria hanno espresso parere contrario (da registrare l’astensione del Portogallo).
E’ difficile non vedere in questo gli interessi economici prevalere sulla salute dei consumatori.
E’ vero che ricerche scientifiche hanno circoscritto, se non addirittura azzerato, la pericolosità del glifosato sugli esseri umani.
E’ anche vero, però, che tali ricerche siano state finanziate dalla stessa Monsanto (leggi l’articolo de Il Salvagente) da cui lo scandalo chiamato Monsanto papers per la quale nell’ottobre scorso il Parlamento Europeo ha chiesto una Commissione d’inchiesta sul caso.