Il dubbio che la particella scoperta l’anno scorso dai fisici del CERN sia effettivamente il bosone di Higgs, può lasciare indifferente la maggior parte delle persone le quali, prese nella spirale della crisi economica, pensano piuttosto alla soluzione di problemi più contingenti come la difesa del lavoro.
Questo, però, non esclude che la dichiarazione di un team di scienziati, capitanati dallo scienziato Mads Tourdal Frandsen (professore associato presso il Centro di Cosmologia e Fisica delle Particelle della University of Southern Denmark), non abbia creato un certo scompiglio nel mondo scientifico.
Ad essere sotto accusa sono i dati ricavati attraverso gli esperimenti condotti con il LHC del CERN: essi sono ritenuti non abbastanza precisi per dire che quella scoperta sia proprio il bosone di Higgs quanto piuttosto una “techni-higgs particle”.
Per noi profani, a questo punto, le cose si complicano: a fare la differenza tra bosone di Higgs e “techni-higgs particle” sta nell’appartenenza a due differenti teorie dell’universo in cui in una il bosone di Higgs è una particella elementare, mentre nell’altra la “techni-higgs particle” è composta da sub-particelle elementari chiamate “techni-quarks”.
Naturalmente, che sia giusta un’ipotesi piuttosto che l’altra, è sempre la ricerca che andrà avanti per svelarci i misteri del mondo che ci circonda.