Ed ecco che il velo del tempio si scisse in due parti dall’alto in basso, la terra fu scossa e le rocce si spaccarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi che riposavano resuscitarono, ed usciti dai sepolcri, dopo la sua resurrezione entrarono nella città santa e si manifestarono a molti. Il centurione e coloro che facevano la guardia a Gesù, veduto il terremoto e quello che avveniva, ebbero gran paura….
Il brano è tratto dal Vangelo secondo Matteo che, per i biblisti, è stato scritto da un anonimo compilatore verso la fine del I secolo in lingua greca, utilizzando come fonte la narrazione del Vangelo secondo Matteo e quella tratta dalla cosiddetta Fonte Q.
Il tema di questo articolo non è però inerente alla storia dei vangeli, quanto piuttosto il riferimento è quello all’evento sismico descritto nel passo del Vangelo di Matteo.
Basandosi sui dati forniti dall’archivio del National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), si può vedere come effettivamente vi sia stato un terremoto nella Palestina del 33 d.C.
Questo tragico evento. o per meglio dire i suoi effetti fisici, ha un legame con un simbolo della cristianità: la Sacra Sindone.
La questione che la Sindone sia un falso medievale, oppure l’immagine reale in negativo di Cristo, ha sempre suscitato numerose diatribe tra le opposte fazioni in sostegno dell’una o dell’altra ipotesi.
Una ricerca del 2014, condotta da un team del Politecnico di Torino guidata dal professor Alberto Carpinteri, ha messo in relazione il sisma con la Sindone ipotizzando che l’impressione dell’immagine sul telo era dovuta all’emissione di neutroni dovute alle onde di alta frequenza generate nella crosta terrestre durante i terremoti.
La stessa radiazione, sempre secondo la tesi dei ricercatori, avrebbe in qualche modo alterato la concentrazione degli isotopi del carbonio 14 presenti nel tessuto di lino falsandone, quindi, la datazione.
Naturalmente anche questa ricerca del Politecnico di Torino è solo un’ipotesi che non fornisce la certezza assoluta sulla originalità della Sindone.