Il prossimo 28 settembre avremo “Eclissi di sangue” e cioè una eclissi lunare spettacolare che “tingerà” di rosso il nostro satellite.
Ciò è dovuto al fatto che la Luna, trovandosi al perigeo e cioè alla distanza minima dalla Terra, risulterà essere più grande del 14 per cento rispetto alla visione normale.
In basso la tabella fornita dall’Unione Astrofili Italiani (Uai)
Se è vero che lo spettacolo non è per tutti, solo le regioni nordoccidentali italiane potranno goderne appieno della eclissi, è anche vero che eventi simili scatenano la fantasia di alcuni, paventando catastrofi mondiali come l’impatto di una meteora sulla Terra.
Ciò non accadrà il 28 settembre prossimo e, probabilmente non acadrà per decine e decine se non centinaia di anni (purtroppo il “Cigno nero” è una possibilità sempre presente.
Ovviamente questo tipo di catastrofe è avvenuta già in passato (una per tutti quella che ha portato all’estinzione dei dinosauri.
Di solito sono questi eventi singoli, riguardanti una sola meteora che impatta con la Terra, eppure, 458 milioni di anni fa vi sono state due meteore che, simultaneamente, si sono scontrate con il nostro pianeta.
Il doppio impatto è stato al centro di una ricerca dell’Università di Götemborg (Svezia meridionale), svolta nella contea di Jämtland dove sono situati due crateri che si sono formati dopo l’urto.
Le dimensioni delle due meteore erano molto diverse: la più grande ha lasciato un cratere che misura 7,5 chilometri di diametro. L’altro cratere ha dimensioni decisamente molto più piccole e cioè solo di 700 metri.
Ciò porterebbe a pensare che la meteora era una sola e che solo in un solo momento, magari entrando nell’atmosfera terrestre, si sia scissa. La distanza fra i due crateri è di sedici chilometri.
Naturalmente, 458 milioni di anni fa, Jämtland non aveva l’aspetto odierno: era un fondale marino posto a cinquecento metri dalla superficie dell’acqua.
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