Anche l’oceano ha i suoi “buchi neri”, cioè vortici dal diametro fino a150 chilometri che, come i “cugini” che abitano l’universo, sono circondati da una fascia coerente di fluido in movimento (il vortice) che li separa dall’ambiente circostante, cioè il resto dell’oceano.
I vortici più studiati son stati quelli denominati come gli “anelli di Agulhas” (Sudafrica) dal luogo dove hanno origine per spostarsi in seguito a nord.
L’acqua, intrappolata all’interno dei vortici ne conserva soprattutto la salinità che, in prossimità dei ghiacci artici, ne può ridurre lo scioglimento.
Essendo i vortici oceanici ancora oggetto di studio, soprattutto per quanto riguarda la loro origine, ogni riferimento ad un possibile loro meccanismo sugli effetti climatici, va interpretato come ipotesi scientifica.
Altra cosa è la pseudoscienza: qualcuno, riferendosi alla similitudine con i buchi neri, non ha esitato a parlare di “cinture fotoniche” che intrappolerebbero tutto al loro interno: forse riferendosi al famigerato “Triangolo delle Bermude”.