Nella cronaca dovuta ai media non è più restata traccia dell’epidemia di Ebola, se non per riportare la guarigione di coloro che si sono infettati portando aiuto nelle zone dell’Africa colpite dal virus.
Eppure, se pur in un altro contesto scientifico come quello che riguarda l’archeologia, Ebola riserva delle sorprese: Powel Kazanijan, professore di storia presso l’Università del Michigan, si dice sicuro che il virus dell’Ebola può essere stato la causa dell’epidemia che colpì Atene nel 430 a.C.
Testimone di allora fu Tucidide che, ammalatosi anch’egli e sopravvissuto all’epidemia, ne descrisse i sintomi nella sua cronaca de “La guerra del Peloponneso”:
<<….senza nessuna causa apparente [essi], d’improvviso, mentre fino ad allora erano sani, erano dapprima colti da forti calori alla testa, da rossore ed infiammazione degli occhi. Gli organi interni, lingua e faringe, s’invermigliavano subito di sangue, esalando un fiato strano e puzzolente. A questi sintomi tenevano dietro starnuto e raucedine. Non passava molto che il male scendeva nel petto, producendo forte tosse.. quando il male era penetrato nello stomaco, si avevano nausee, e sopraggiungevano tutti quanti gli spurghi di bile. Nella maggior parte dei casi sopravvenivano conati di vomito che producevano forti convulsioni. Il corpo, a toccarlo, non era all’esterno eccessivamente caldo e neppure pallido, ma rossastro, livido, coperto di piaghe e pustolette. Di dentro invece i malati ardevano tanto che non sopportavano neppure il contatto di vesti e lenzuoli leggerissimi o di qualsiasi indumento: solo nudi resistevano. Le forze del corpo, per tutto il tempo che la malattia era nella fase acuta, non venivano meno, offrendo alle sofferenze una resistenza inaspettata: sicché i più morivano al nono o al settimo giorno per effetto dell’arsura interna, mantenendo fino allora qualche riserva di energia. Se superavano questa fase, il male scendeva nel ventre, ove si formava una suppurazione violenta e, sopravvenendo intanto una violenta diarrea,, i più morivano in seguito di esaurimento……>>
Questa vivida descrizione del decorso della malattia e dei suoi sintomi, ha consentito a Powel Kazanijan di fare delle speculazioni sulla provenienza del virus di quella tremenda epidemia: infatti, sempre secondo la narrazione di Tucidide, l’epidemia (definita anche come “sindrome di Tucidide”) iniziò in quella regione che lo storico ateniese chiamava “dell’Etiopia” e che per gli antichi indicava le regione dell’Africa sub-sahariana la stessa, quindi, dove il virus Ebola si è manifestato in tempi moderni partendo dal primo focolaio del 1976.
La trasmissione della malattia fu dovuta all’emigrazione di genti sub-sahariane in Grecia per lavorare come agricoltori ( oppure presi come schiavi) portatori, alcuni di loro, del virus.
Lo studio di Kazanijan, pubblicato sul numero di giugno dalla rivista medica Clinical Infectious Diseases, è stato accolto da altri studiosi come ipotesi in quanto, per loro, l’epidemia di Atene del 430 a.C. poteva avere altre cause generate da malattie come l’antrace o la peste bubbonica: il mistero rimane.