L’Hobbit di cui andremo a parlare non è l’abitante della “Terra di Mezzo”, descritta nella monumentale saga Il Signore degli Anelli di J.R. Tolkien, ma di un fossile alto appena un metro (da qui la definizione di hobbit) scoperto nel 2003 sull’isola indonesiana di Flores.
Homo floresiensis, questo è il suo nome accademico, era un ominide parente stretto degli uomini moderni. Le dimensioni del suo cervello, secondo le analisi dei ricercatori, aveva più o meno la dimensione di un pompelmo.
Ma qual era la linea evolutiva dell’Homo florensiensis? Nel 2010 campagne di scavo nell’isola di Flores, hanno portato alla luce utensili di pietra risalenti ad un milione di anni fa, questo a testimoniare che l’antenato diretto dell’ominide era presente nell’isola e che, quindi, non poteva che essere l’Homo erectus (i primi fossili di questo genere, risalenti ad un milione e mezzo di anni fa, è stato ritrovato nell’isola di Giava nel 19° secolo).
L’importanza dell’Homo floresiensis risiede anche nel ricostruire la linea evolutiva delle popolazione che, nel corso del tempo, sono andati ad occupare altri siti come nel Borneo e nelle Filippine.
Infatti, gli scavi condotti tra il 2007 ed il 2012, nel sud –est di Sulawesi, la più antica e grande isola del gruppo delle Wallacea poste tra Asia ed Australia, hanno portato alla scoperta di scaglie di pietra utilizzate come utensili per il taglio o il raschiamento di pelli, la cui datazione risalente all’incirca a 194mila anni fa . Precedente a queste scoperte furono le analisi di arte rupestre, presenti sempre nell’isola di Sulawesi, a dire che nel sito, risalendo a 40.000 anni fa, vi abitava l’Homo sapiens e cioè l’uomo moderno.
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