Come si dice nel detto: Il gioco non vale la candela.
Il senso della frase, se volete anche il doppio senso, sta nel fatto che farsi mordere dal ragno brasiliano errante (Phoneutria nigriventer) oltreché donare un erezione prolungata nel tempo, può risultare molto doloroso e pericoloso per la vita.
Gli scienziati hanno comunque pensato ad un uso del veleno del ragno per curare le disfunzioni erettili nell’uomo.
Per questo ne hanno isolato una componente chiamato Tx 2-6, un peptide formato da una catena corta di aminoacidi.
Il composto è stato quindi iniettato in alcuni topi e, attraverso un micro dispositivo inserito nel pene di ciascun ratto, veniva misurata la variazione di pressione dovuta all’aumento del flusso di sangue nei vasi sanguinei interni al pene.
Inoltre, nei corpi cavernosi, gli scienziati hanno registrato un aumento dell’ossido nitrico il cui ruolo nella fisiologia umana è quello di essere un importante neurotrasmettitore con effetto vasodilatante.
L’effetto del peptide inizia in una fase precoce del processo di erezione a differenza degli altri farmaci del tipo del Viagra.
Gli scienziati stanno pensando, comunque, alla realizzazione di un farmaco combinato con la versione sintetica del veleno del ragno e il Viagra (o prodotto simile) per avere un effetto amplificato nella cura dei casi più gravi di deficit erettile.